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Lucio Piovaschi, il mio primo romanzo

Aggiornamento: 21 ago 2019



Lucio Piovaschi professione misantropo, di Elia Cristofoli

Il primo romanzo non si scorda mai. E il Piovaschi è, in effetti, il mio primo romanzo, perlomeno pubblicato (per il momento 😉). Lo scrissi qualche anno fa, poi lo dimenticai in un cassetto. Avete presente quando si dice "un romanzo nel cassetto"? Ebbene era proprio lì che l'avevo depositato, in un cassetto, seppur virtuale, per poi, ovviamente, dimenticarmene. Lo riesumai nel 2017, lo rilessi tutto d'un fiato e mi dissi: «beh, ma lo sai che non è niente male!». Così, lo ripristinai, ritoccandolo qua e là, che poi significa che lo riscrissi daccapo, perché nel giro di sette anni la mia scrittura era evoluta parecchio. Nel giro di un paio di mesi era pronto da spedire a tutte le case editrici che avevo scovato online, e dopo un paio di mesi, iniziarono ad arrivare le offerte (ma anche rifiuti tipo "oh mio dio vade retro Satana" 😂). Optai per Edizioni Vertigo, una casa editrice romana, piccolina ma ben affermata, che mi propose un contratto chiaro e onesto, senza giri di parole. Molte altre proposte prevedevano che sborsassi cifre spropositate, insostenibili per un autore ai suoi primi passi con l'editoria, tanto valeva stamparmelo e arrangiarmi, ma di tempo da buttare mica ne ho, devo anche lavorare per mangiare, pagare l'affitto, le bollette, la rata della macchina, le tasse, le crocchette per Lolita... Parafrasando un noto veronese divenuto celebre sul web (RIP): ma che oooh! Eppure, quanti sprovveduti sovreccitati cascano in talune trappole! Ed io sarò pure sovreccitato, ma non sono uno sprovveduto 😏.


Il Piovaschi è frutto della mia immaginazione, ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente voluto. O forse dovevo dire casuale? 🤔

Racconta la storia di una manciata di improbabili outsider veronesi, ognuno con le sue paturnie e le sue fisse, le cui vicende si intrecciano in un vortice di violenza fino all'esplosione finale. È una sorta di pulp, ambientato in una città che gli Italiani tendono a idealizzare (quando non a mistificare), la quarta città più visitata in Italia, considerata troppo bella per essere corrotta dal sistema. E invece, qualche assassinio senza pretese l'abbiamo anche noi in paese, cantava De André.

Ma non voglio svelarvi nulla, se volete sapere cosa accade nel Piovaschi, leggetelo, che male non fa. Attenzione però, la mia scrittura non è per tutti, non mi risparmio nulla. Quando mi gira divento un iperrealista e certi personaggi parlano proprio come i veronesi, con tanto di volgarità e bestemmie. Se siete troppo sensibili su questioni religiose o politiche, forse è meglio che cambiate aria, perché per quanto mi riguarda, sono convinto che per raccontare una storia di strada occorra usare un linguaggio il più fedele possibile alla realtà.

Spero che lo leggiate, e che vi dia qualche emozione, bella o brutta che sia, e che vi faccia riflettere su alcune cose, per me sarebbe la soddisfazione migliore. In quanto a critiche, è giusto che diciate la vostra, sono pronto a ricevere complimenti quanto ad incassare sbadilate di merda.

D'altronde, mica posso piacere a tutti. 😎

Elia.

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